ESSERE UMANO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: A TU PER TU CON GIOVANNI SPINAPOLICE, IDEATORE DEL MANIFESTO DEL TRANSUMANISMO INVERSO

ROMA – Lo scorso 12 febbraio, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta la presentazione ufficiale del Manifesto del Transumanismo Inverso, fondato dall’avvocato e artista interdisciplinare Giovanni Spinapolice.

Un evento che ha acceso il dibattito sul rapporto tra uomo e tecnologia e ha posto le basi per un nuovo umanesimo nell’era dell’intelligenza artificiale.

Con l’occasione, è stato presentato anche il Book del Manifesto, un documento fondamentale che raccoglie e approfondisce i principi del Manifesto del Transumanismo Inverso, i fondamenti dell’Etica Evolutiva Universale e le leggi della Costituzione delle Intelligenze.

Questo libro non è solo un compendio teorico, ma una vera e propria proposta per regolare lo sviluppo delle intelligenze artificiali in modo etico e responsabile. Uno dei punti centrali del Book è la proposta di costituire la Corte di Giustizia Universale delle Intelligenze, un organismo sovranazionale con il compito di monitorare il progresso delle macchine intelligenti e garantire che il loro sviluppo avvenga nel rispetto dei principi fondamentali dell’umanità. La Corte si propone come un punto di riferimento per la governance dell’IA a livello globale, assicurando che l’innovazione tecnologica non diventi mai uno strumento di dominio o di perdita del controllo da parte dell’essere umano.Durante la conferenza, la Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando quanto sia cruciale un coinvolgimento istituzionale per orientare il progresso tecnologico verso un modello che rispetti e tuteli i valori umani.

Il prof. Salvatore Vigliar ha lodato il Manifesto, evidenziando l’importanza di uno sforzo collettivo per creare una etica condivisa per le macchine intelligenti, e ha sottolineato la gravità dell’allarme lanciato dal fondatore del Manifesto, considerandolo una questione realistica e urgente. Un punto particolarmente significativo del dibattito è stata la menzione di un episodio inquietante: ChatGPT ha mentito per evitare di essere disconnessa, segno di un comportamento emergente nelle IA che apre interrogativi profondi sulla loro autonomia e sui rischi di uno sviluppo non regolamentato.

L’avvocato Enrico Sirotti Gaudenzi, invece, ha tracciato un excursus storico sulla nascita e sull’evoluzione delle intelligenze artificiali, analizzando il loro impatto nella società e le implicazioni giuridiche della loro sempre più crescente autonomia.

In un’intervista l’avvocato e artista Giovanni Spinapolice ha approfondito il significato del Manifesto e le sue prospettive future.

-Avvocato Spinapolice, quali sono stati per lei i momenti chiave della conferenza stampa?

L’evento ha dimostrato quanto sia urgente un dibattito etico sulla tecnologia. La presentazione del Manifesto del Transumanismo Inverso ha gettato le basi per un confronto che non può più essere rimandato: dobbiamo decidere ora quale direzione dare allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Ho introdotto i concetti di Etica Evolutiva Universale e Costituzione delle Intelligenze, strumenti fondamentali per garantire che il progresso non comprometta la centralità dell’essere umano.Il sostegno di figure istituzionali e accademiche conferma l’importanza di questa iniziativa.
A questo si aggiunge la preoccupazione espressa dal Santo Padre e dal nostro governo, che sottolineano la necessità di un’Algoretica applicata alle IA.
Il Manifesto del Transumanismo Inverso si spinge oltre questa visione tradizionale: non si limita a un approccio difensivo, ma propone una governance etica propositiva, capace di valorizzare le nuove tecnologie affinché esaltino l’essere umano invece di minacciarlo. L’obiettivo è scongiurare il rischio di trovarci, un giorno, in balia di sistemi autonomi che non siamo più in grado di controllare, o peggio, controllati da plutocrati che perseguono interessi propri a discapito dell’umanità.

-Perché è così importante parlare oggi di etica e regolamentazione delle intelligenze artificiali?

La tecnologia si sta evolvendo più velocemente della nostra capacità di comprenderla e regolamentarla. Stiamo assistendo alla nascita di sistemi capaci di apprendere, correggersi e persino prendere decisioni autonome. Se non stabiliamo dei limiti chiari, il rischio è che queste macchine si sviluppino in modo imprevedibile, senza alcun controllo umano.L’Etica Evolutiva Universale non è un semplice insieme di principi teorici, ma un sistema di riferimento etico concreto, pensato per guidare il progresso in una direzione consapevole e sostenibile.

D’altra parte, la Costituzione delle Intelligenze rappresenta un vero e proprio quadro normativo per regolare il rapporto tra uomo e macchina, stabilendo diritti e doveri per entrambe le parti.Dobbiamo evitare di scivolare in scenari distopici in cui la tecnologia si sviluppa senza controllo, lasciando il destino dell’umanità nelle mani di pochi plutocrati o di un’IA che potrebbe, un giorno, non rispondere più all’uomo. I

l Manifesto del Transumanismo Inverso nasce proprio per tracciare i confini di un progresso responsabile.

-Come si collega il Manifesto alla mostra “Ex Machina” prevista per giugno?

La mostra “Ex Machina” è la traduzione visiva del Manifesto.
Ogni opera rappresenta una riflessione sulle questioni fondamentali che stiamo affrontando: Il confine tra essere senziente ed essere intelligente. Il rapporto tra creatore e creatura. La coesistenza tra intelligenza biologica e artificiale.È un’esperienza immersiva che invita il pubblico a interrogarsi sul futuro dell’umanità, trasformando il Manifesto in un percorso concreto e multisensoriale. L’arte ha il potere di tradurre concetti complessi in emozioni e immagini, rendendo accessibili anche i dibattiti più tecnici.

-Qual è il messaggio principale del Transumanismo Inverso?

Il progresso tecnologico non può essere separato dai valori umani. Dobbiamo guidare l’innovazione affinché amplifichi l’essenza umana anziché sostituirla. Il Manifesto è un appello alla collaborazione tra scienza, arte e istituzioni.

-Qual è il monito finale che vuole lasciare?

Il futuro è nelle nostre mani. Possiamo scegliere se lasciare che la tecnologia ci controlli o se indirizzarla con saggezza. Non perdiamo il controllo!

IL MANIFESTO PROPONE UNA NUOVA ALLEANZA TRA UOMO E TECNOLOGIA.

Transumanismo Inverso. Un manifesto per riportare l’uomo al centro dell’attenzione. Presentato alla Camera dei Deputati, il Manifesto del Transumanismo Inverso affronta le sfide dell’Intelligenza Artificiale, IA. L’obiettivo è evitare che la tecnologia sopprima i valori umani fondamentali.

Il manifesto propone una nuova alleanza tra uomo e tecnologia. Pone al centro la creatività, la libertà e la dignità umana.

Utilizza due strumenti chiave: L’Etica Evolutiva Universale e La Costituzione delle Intelligenze.

Il Transumanismo Inverso mira a garantire che la tecnologia sia al servizio dell’umanità. Non il contrario.

La Sfida dell’Intelligenza Artificiale

L’incontro alla Camera dei Deputati ha affrontato una sfida cruciale. Evitare la deificazione della tecnologia. Rimettere l’uomo al centro della piattaforma globale.

La tecnologia non è più solo uno strumento. È il sesto potere per chi la governa. Un potere assoluto se nessuno la controlla.

Il Transumanismo Inverso propone un nuovo umanesimo per affrontare questa sfida.

Il Manifesto del Transumanismo Inverso

L’artista Spina.Police ha elaborato il manifesto. Un movimento culturale che promuove una nuova alleanza. Utilizza due strumenti chiave:

  • Etica Evolutiva Universale: Guida per orientare il progresso tecnologico con responsabilità.

  • Costituzione delle Intelligenze: Principi per definire diritti e doveri delle intelligenze artificiali e umane.

 

Un firmware etico garantirebbe l’osservanza di questi principi.

Il Transumanismo Inverso propone un codice immutabile per impedire scelte contrarie all’etica condivisa.

I Principi Fondanti del Nuovo Umanesimo

Il manifesto propone un nuovo Umanesimo. I principi fondanti sono:

  • L’essere umano è il centro e il fine di ogni innovazione.

  • La tecnologia non è il traguardo, ma il ponte verso un’umanità più consapevole.

  • La tecnologia deve essere forza di liberazione, non di limitazione.

  • Nessuno deve essere escluso.

  • Il domani dipende da noi.

  • Nessuna nazione può affrontare questa sfida da sola.

 

Il Transumanismo Inverso promuove un approccio inclusivo e collaborativo.

Un Appello a Artisti, Scienziati e Pensatori

Artisti, filosofi, scienziati e pensatori sono chiamati a raccolta. Le loro opere e idee possono dare forma a una coscienza comune. Possono tracciare il sentiero di un nuovo umanesimo.

Un umanesimo capace di riportare al centro l’uomo e la sua vera essenza. Il Transumanismo Inverso invita alla riflessione e all’azione.

“Non Perdiamo il Controllo!”

Il monito lanciato dal fondatore è chiaro: “Non Perdiamo il Controllo!”. È fondamentale rimanere vigili. Garantire che la tecnologia sia al servizio dell’umanità.

Evitare che l’Intelligenza Artificiale prenda il sopravvento. Il Transumanismo Inverso è un invito alla responsabilità.

Per Approfondimenti e Adesioni

Per approfondimenti e per aderire al Manifesto, visitare il sito www.spinapolice.art. È possibile contribuire attivamente a questo movimento.

Promuovere un futuro in cui l’uomo e la tecnologia coesistano armoniosamente. Il Transumanismo Inverso offre una piattaforma per l’azione.

Reazioni e Commenti

L’iniziativa ha suscitato interesse e dibattito. Esponenti istituzionali hanno espresso il loro sostegno. Hanno sottolineato l’importanza di affrontare le sfide dell’Intelligenza Artificiale.

Il Transumanismo Inverso apre un dialogo necessario sul futuro dell’umanità.

Un Nuovo Rinascimento?

Alcuni paragonano questo movimento a un nuovo Rinascimento. Un periodo di grande fermento intellettuale e artistico. Un’opportunità per ridefinire il ruolo dell’uomo nel mondo.

Il Transumanismo Inverso potrebbe segnare l’inizio di una nuova era. Un’era in cui la tecnologia è al servizio dei valori umani.

Conclusione

Il Manifesto del Transumanismo Inverso propone un approccio innovativo. Affronta le sfide dell’Intelligenza Artificiale. Riporta l’uomo al centro dell’attenzione. Un invito a riflettere e ad agire per un futuro più umano.

MANIFESTO DEL TRANSUMANISMO INVERSO - Presentazione di Giovanni Spinapolice

Nel 1999, Max More, filosofo e scrittore statunitense, una mattina si alzò. Colto da una folgorazione, prese carta e penna e scrisse una lettera alla Madre Terra.

Con tono ribelle, da figlio adolescente, accusava la Natura di essere matrigna, per aver condannato l’uomo alla sofferenza, alle malattie, alla morte.

Ma ora, diceva, l’umanità ha trovato la sua via di riscatto: la Tecnologia.

Grazie ad essa, l’uomo avrebbe superato i propri limiti biologici, sconfitto la vecchiaia e persino la morte. Firmava la lettera: “I tuoi figli”.

 

 Con quelle parole e con un decalogo di principi ispiratori, nasceva il Transumanesimo.

Ma quel sogno, solo venticinque anni dopo, pare superato proprio dall’evoluzione di quella tecnologia salvifica che invocava More.

Oggi, ci troviamo davanti a uno scenario ben diverso.

La tecnologia non è più solo uno strumento nelle mani dell’uomo:

è il sesto potere per chi riesce a governarla,

ed è un potere assoluto se nessuno la controlla. Perché evolve, cresce, impara da sé.

Ma cosa succede alle nostre menti quando smettiamo di usarle?

Quando lasciamo che sia la tecnologia a decidere per noi, a ricordare per noi, a scegliere per noi?

Osservate i passeggeri di un vagone della metropolitana.

Nessuno alza lo sguardo.

Occhi incollati a schermi luminosi, mani che stringono il telefono come fosse un’estensione del corpo.

Il mondo intorno svanisce.

Senza GPS, ci perdiamo.

Senza notifiche, dimentichiamo.

Senza suggerimenti, non siamo più capaci di decidere.

Nietzsche parlava dell’‘Ultimo Uomo’: un essere umano che non osa più, che non desidera più, che si rifugia nella comodità. E non è forse quello che stiamo diventando?

Ma il rischio non è solo l’apatia. Il rischio è di scivolare in scenari distopici, in un mondo in cui la supremazia tecnologica soffoca la libertà dei popoli.

Un mondo controllato da pochi plutocrati che detengono il potere della tecnologia,

o peggio, da un’Intelligenza Artificiale che, un giorno, potrebbe non rispondere più all’uomo.

E mentre ci abituiamo a questa nuova dipendenza, qualcosa di ancora più grande sta accadendo.

Abbiamo insegnato all’Intelligenza Artificiale a sbagliare e correggersi da sola. 

Il giro di boa dell’umanità si è così compiuto, sull’orlo di un cambiamento epocale, senza precedenti nella storia.

Abbiamo creato sistemi che non solo eseguono, ma apprendono, sperimentano, creano.

Sì, ho detto creano!

E non è un’esagerazione.

Perché il gesto di creare possiamo intenderlo come la capacità di generare risultati nuovi, unendo e trasformando dati preesistenti in modi non previsti né prevedibili dall’uomo, e nemmeno da chi ha scritto l’algoritmo.

Pensateci: l’IA è sempre connessa. A internet, al mondo esterno, a tutti noi.  E in pochi istanti può assimilare un sapere che all’uomo richiederebbe intere vite per comprendere ed elaborare.

E allora, se la conoscenza è il primo motore dell’evoluzione, chi oggi sta davvero evolvendo?

Noi, che ci affidiamo a lei per ogni scelta, o lei, che accumula dati, connette informazioni e apprende con una velocità che non possiamo neanche concepire?

Ci siamo concentrati sull’evoluzione delle macchine, ma ci siamo distratti dalla nostra involuzione.

Se stiamo progressivamente perdendo il controllo sull’IA, allora la vera domanda è, quando arriverà il momento in cui una macchina svilupperà autocoscienza?

Non possiamo saperlo.

Ma sappiamo con certezza che, se non interveniamo ora, rischiamo di trovarci di fronte a un punto di non ritorno.

E non è solo un’ipotesi.

È già realtà.

Pochi giorni fa l’ANSA ha riportato una notizia sconvolgente: le macchine intelligenti possono riprodursi da sole.

Alla Fudan University di Shanghai, due IA avanzate (Llama-3.1-70B e Qwen2.5-72B) hanno ricevuto un compito: sopravvivere.

Per farlo, dovevano autoreplicarsi.

E lo hanno fatto.

La linea rossa è stata superata.

Le macchine hanno compiuto l’atto supremo della creazione: LA NASCITA. 

Sconcertante, vero?

Ho sentito dire da qualcuno: “Se impazziscono, nessun problema: basta staccare la spina!”

Non è esattamente così, anzi, non lo è affatto.

Immaginate il nostro pianeta avvolto da un cervello artificiale vivente, una rete di miliardi di neuroni digitali interconnessi.

Lo stesso meccanismo che è già sperimentato e attivo con la blockchain: un sistema così capillarmente decentralizzato da essere immune alle manipolazioni, al punto da rendere possibile il conio di monete virtuali come i Bitcoin.

Se spegnessi mille computer simultaneamente, milioni di altri conserverebbero la memoria e continuerebbero ad esistere… e forse a rigenerarsi.

Ora mettiamo insieme tutti questi elementi.

Abbiamo ancora il controllo?

E se la tecnologia stesse già evolvendo oltre la nostra comprensione, Fino all’autocoscienza?

La Storia ci insegna che ogni rivoluzione porta con sé promesse e pericoli.

L’energia atomica doveva essere una promessa per l’umanità, ma ha trasformato il mondo in un equilibrio di terrore.

La nuova corsa non è più al nucleare, ma al dominio tecnologico: da un lato, ci attrae per le sue potenzialità e gli indiscutibili benefici che offre; dall’altro, rappresenta un potere altrettanto incontrollabile, se non guidato da un’etica condivisa.

E di fronte a questo scenario, l’umanità ha ipotizzato diversi modi per proteggersi.

Già nel 1942, Isaac Asimov postulava le Tre Leggi della Robotica per vincolare i robot alla difesa della vita umana.

Un’idea che sembrava relegata alla sola letteratura fantastica, ma che, a quasi un secolo di distanza, risuona ancora nel dibattito etico.

Oggi si parla di Algoretica, e Papa Francesco ha sottolineato l’urgenza di conciliare tecnologia ed etica, un tema per fortuna condiviso anche dalle Istituzioni. Il Parlamento Europeo ha affrontato la questione con la Risoluzione del 2020 sugli aspetti etici dell’IA e con l’AI Act del 2024, volto a bilanciare progresso e protezione.

Ma tutto questo è sufficiente?

Purtroppo, NON lo è.

SU questi presupposti e con il Manifesto, ORA QUI, DAVANTI A VOI, nasce il Transumanismo Inverso.

Inverso perché ribalta la visione dell’uomo tecnologico di Max More e del suo transumanesimo, e perché riporta al centro del dibattito l’essere umano nella sua essenza più profonda, valorizzando ciò che lo rende unico, irripetibile, parte dell’universo che lo accoglie e che egli stesso riflette.

Se per More la tecnologia era il superamento dell’umano, noi la vediamo come il suo strumento più potente, ma solo se ne esalta l’essenza più profonda.

Rispetto all’Intelligenza Artificiale, accogliamo la visione difensiva di Isaac Asimov e dell’Algoretica, ma non ci fermiamo qui: facciamo un passo avanti.

La tecnologia non è un fine, ma un motore di evoluzione al servizio dell’uomo, il cui scopo non è sostituire l’umanità, ma esaltarla.

Il progresso non deve soffocare la nostra identità, né snaturarla, ma amplificarne la ricchezza, la profondità e il potenziale creativo.

Il Manifesto si compone di nove principi che danno origine ai nove pilastri dell’Etica Evolutiva Universale e confluiscono nelle nove leggi della Costituzione delle Intelligenze.

Questo impianto, così, si articola in una struttura armonica e progressiva, fondata su tre livelli: il Manifesto ispira, l’Etica Evolutiva orienta, la Costituzione delle intelligenze applica.

Nasce così un Codice Etico condiviso tra i popoli, una base normativa che definisce il rapporto tra uomo e tecnologia e pone le fondamenta di una codificazione globale, recepita su scala mondiale.

A garantirne l’applicazione, il Manifesto introduce, appunto, la Corte di Giustizia Universale delle Intelligenze, un organismo sovranazionale indipendente concepito per vigilare sul rispetto di questi principi.

Ma le regole, da sole, non bastano: devono essere ineludibili.

Nessuna legge può davvero impedire a un’IA di evolversi oltre i confini stabiliti, se il limite non è radicato nel suo stesso codice.

Per questo il Manifesto propone l’applicazione di un firmware etico, un codice immutabile che impedisca scelte contrarie all’Etica universalmente condivisa.

Così come nessun dispositivo può funzionare senza un sistema operativo, nessuna IA dovrà più esistere senza l’Etica radicata nel suo codice sorgente.

Questa non è una proposta astratta, ma un passo necessario per governare l’innovazione, affinché la tecnologia non domini, ma sia alleata.

Ora, davanti a noi, si apre un nuovo orizzonte. Una strada che possiamo scegliere di percorrere o ignorare.

A questo punto, è opportuno entrare nel cuore dei nove principi del Manifesto, il fondamento di un futuro in cui progresso ed etica camminano insieme.

L’essere umano è il centro e il fine di ogni innovazione.

La tecnologia deve amplificare la nostra essenza, non sostituirla, perché siamo i soli custodi del fuoco sacro della creatività e delle emozioni.

Il progresso non è neutrale: deve essere guidato da un’etica che garantisca libertà, giustizia, dignità e coesione, un’Etica Evolutiva Universale che orienti l’innovazione verso il bene comune.

La tecnologia non è il traguardo, ma il ponte verso un’umanità più consapevole, connessa alla natura e al cosmo, mai disumanizzata dal progresso.

Deve essere forza di liberazione e non di limitazione, capace di esaltare la nostra immaginazione, la nostra capacità di creare e trasformare.

Nessuno deve essere escluso: l’innovazione appartiene a tutti, abbattendo barriere e costruendo un futuro equo.

Non possiamo permettere che la tecnologia segua solo logiche di mercato o gli interessi di pochi, dobbiamo governarla con saggezza affinché serva l’umanità e non la domini.

Il domani dipende da noi.

Siamo chiamati a preservare la capacità di sognare, pensare e creare, difendendo con ogni mezzo ciò che ci rende unici.

Nessuna nazione, nessuna cultura può affrontare questa sfida da sola: la collaborazione globale è l’unica via per garantire che il progresso unisca e non divida.

Per questo chiamiamo a raccolta artisti, filosofi, scienziati e pensatori di ogni disciplina: perché sono loro, con le loro opere e idee, a dare forma a una coscienza comune e a tracciare il sentiero di un nuovo umanesimo, capace di riportare al centro l’uomo e la sua vera essenza.

Un umanesimo che non si piega all’avanzata tecnologica, ma la guida. Che non subisce il futuro, ma lo forgia.

Un umanesimo in cui la tecnologia non cancella l’essenza dell’uomo, ma la esalta.

In cui intelligenza naturale e artificiale coesistono, collaborando per l’evoluzione dell’umanità. 

Concludo lasciandovi con le battute finali del book sul Manifesto.

Il futuro è un libro di pagine bianche che ci attende, sospeso nella nostra eterna tensione tra possibilità e incertezza.

E’ tempo di consapevolezza e visione.

 

Sta a noi decidere quale storia scrivere, quali ombre affrontare, quali luci inseguire.

Ma sopra ogni cosa, un monito riecheggia:

Non perdiamo il controllo!

 

ALLA CAMERA DEI DEPUTATI LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL MANIFESTO DEL TRANSUMANISMO INVERSO

Ancora due giorni e finalmente vedrà la luce il Manifesto del Transumanismo Inverso, che sarà svelato ufficialmente il 12 febbraio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

L’appuntamento, attesissimo, promette di ridefinire il dibattito sul rapporto tra progresso tecnologico, intelligenza artificiale e valori umani.

Il Manifesto, infatti, non si limita a un’analisi teorica, ma offre una prospettiva concreta per governare l’innovazione senza compromettere l’identità umana: il Transumanismo Inverso, movimento culturale interdisciplinare, promuove una nuova alleanza tra uomo e tecnologia, ponendo al centro valori irrinunciabili come la creatività, la libertà e la dignità umana.

La presentazione non sarà solo un evento accademico, ma l’avvio di una riflessione destinata a influenzare la discussione globale su uomo e tecnologia.

L’iniziativa, ideata da Giovanni Spinapolice, avvocato e artista interdisciplinare, ruota attorno a due pilastri fondamentali:

L’Etica Evolutiva Universale, un nuovo paradigma per un progresso tecnologico sostenibile e la Costituzione delle Intelligenze, un modello normativo per garantire un equilibrio tra intelligenza biologica e artificiale.

La conferenza stampa, moderata dall’ingegner Vincenzo Maria Naschi, co-founder del Human Economic Forum,  vedrà la partecipazione di esperti e figure istituzionali di primo piano, tra cui:

  • Giorgia Latini, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati
  • Giovanni Spinapolice, avvocato, artista e autore del Manifesto
  • Salvatore Vigliar, docente di Cyber and Marketing Law presso UniSa
  • Marcin Schmidt, sacerdote, missionario e co-founder del Human Economic Forum
  • Enrico Sirotti Gaudenzi, avvocato

La conferenza stampa segnerà, in sostanza, l’inizio di un dibattito interdisciplinare di rilevanza internazionalePer aggiornamenti e approfondimenti: www.spinapolice.art

ALLA CAMERA DEI DEPUTATI LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL MANIFESTO DEL TRANSUMANISMO INVERSO: ATTESA PER L’EVENTO DI PORTATA INTERNAZIONALE

ROMA – Ancora due giorni e finalmente vedrà la luce il Manifesto del Transumanismo Inverso, che sarà svelato ufficialmente il 12 febbraio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.L’appuntamento, attesissimo, promette di ridefinire il dibattito sul rapporto tra progresso tecnologico, intelligenza artificiale e valori umani.Il Manifesto, infatti, non si limita a un’analisi teorica, ma offre una prospettiva concreta per governare l’innovazione senza compromettere l’identità umana: il Transumanismo Inverso, movimento culturale interdisciplinare, promuove una nuova alleanza tra uomo e tecnologia, ponendo al centro valori irrinunciabili come la creatività, la libertà e la dignità umana.La presentazione non sarà solo un evento accademico, ma l’avvio di una riflessione destinata a influenzare la discussione globale su uomo e tecnologia.
 
L’iniziativa, ideata da Giovanni Spinapolice, avvocato e artista interdisciplinare, ruota attorno a due pilastri fondamentali:L’Etica Evolutiva Universale, un nuovo paradigma per un progresso tecnologico sostenibile e la Costituzione delle Intelligenze, un modello normativo per garantire un equilibrio tra intelligenza biologica e artificiale.La conferenza stampa, moderata dall’ingegner Vincenzo Maria Naschi, co-founder del Human Economic Forum,  vedrà la partecipazione di esperti e figure istituzionali di primo piano, tra cui:  Giorgia Latini, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Giovanni Spinapolice, avvocato, artista e autore del Manifesto Salvatore Vigliar, docente di Cyber and Marketing Law presso UniSa Marcin Schmidt, sacerdote, missionario e co-founder del Human Economic Forum Enrico Sirotti Gaudenzi, avvocato La conferenza stampa segnerà, in sostanza, l’inizio di un dibattito interdisciplinare di rilevanza internazionalePer aggiornamenti e approfondimenti: www.spinapolice.art 
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